“SPORTèINTEGRAZIONE”
Farè – Continua la collaborazione avviata due anni fa tra scuola Farè e Fondazione Stefania di Lissone.
Nel corrente anno scolastico è stato promosso e attivato nuovamente il laboratorio extrascolastico “SPORTèINTEGRAZIONE”, che ha come obiettivo l’inclusione di tutti i soggetti attraverso l’attività sportiva oltre che stimolare un sano stile di vita.
L’attività, proposta alle classi prime e seconde del plesso Farè, ha riscontrato un’ampia adesione da parte degli alunni che hanno trovato una novità nella proposta didattica.
Se nelle precedenti edizioni i partecipanti si sono cimentati nella disciplina del basket, quest’anno, per stimolare maggiormente gli alunni ad affrontare situazioni nuove collaborando con gli altri e per conoscere più da vicino il mondo della disabilità, è stato proposto uno sport speciale: il Torball, uno sport di squadra per atleti non vedenti.
Gli alunni sono stati guidati attraverso una successione di esercizi per stimolare l’uso dell’udito, così facendo hanno imparato ad avere fiducia nell’altro, ad orientarsi nello spazio attivando un solo canale sensoriale e hanno scoperto capacità magari sottovalutate fino ad ora. Tutti i partecipanti sono riusciti, nell’arco di nove incontri, a praticare questo sport divertendosi tutti insieme ed applicando le regole del fair play.
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In continuità con tale progetto, la scuola ha ospitato un incontro del torneo di pallacanestro tra alcuni CSE/CDD della Brianza, al quale hanno partecipato le classi 2B e 3B con la prof.ssa Mariani G.
Ecco alcune testimonianze degli alunni presenti:
Il 10 Gennaio nella palestra della scuola si è disputata una partita di basket tra la Fondazione Stefania ed altri centri, tutti questi centri lavorano per l’integrazione di ragazzi e ragazze con delle……Particolarità. Sono stato molto contento del fatto che le nostre ore venissero usate per ospitare questa partita, mi sono divertito a fare il tifo e a vedere come giocavano, erano molto bravi. C’è stata anche riservata una fetta della quinta ora per giocare con loro: ci hanno diviso in squadre miste, alunni e atleti speciali, cercando di farle nel modo più possibile equilibrate. Le partite a mio parere sono durate piuttosto poco, tuttavia alle associazioni non restava molto tempo, i ragazzi dovevano cambiarsi e partire, è stata comunque una bella idea!
È stato un momento di integrazione ed educazione sociale e come ho detto prima è stato un piacere giocare con loro. Un altro aspetto positivo è che la partita è risultata molto coinvolgente: ad ogni canestro, sia di una squadra sia dell’altra, esultavamo moltissimo e ci scatenavamo; e sempre subito dopo aver realizzato canestro qualche atleta veniva ad esultare davanti alle tribune. Ricordo un ragazzo che molto spesso correva verso le tribune e si inchinava in gesto di esultanza, era divertente e anche molto simpatico. È stata un’esperienza emozionante e vorrei moltissimo che si ripetesse nella nostra scuola per partecipare ancora.
(Edoardo C.)
Questi atleti sono la prova che non si gioca solo per vincere o fare bella figura, ma per divertirsi e far divertire anche quelli che li guardano. Questo mi ha fatto riflettere molto su come invece ci comportiamo noi durante le nostre partite, magari offendendo il compagno di quadra quando sbaglia, dicendogli che non è bravo invece che incoraggiarlo e dargli suggerimenti utili.
Questa partita mi ha insegnato a non arrendermi di fronte alle prime difficoltà e a capire che la disabilità non è un limite.
(Gaia C.)
I giocatori si sono impegnati al massimo esultando dopo ogni canestro e incitando la propria squadra. Anche noi sugli spalti abbiamo tifato entrambe le squadre sostenendole. È stato bellissimo vedere che anche ragazzi con disabilità, diversi da me, ma che praticano il mio stesso sport, riescano a farmi entusiasmare!
(Sofia Z.)
Ho provato molte emozioni perché vedevo i ragazzi giocare con molta grinta e determinazione. Ogni volta che segnavano punto ero molto felice, perché alcuni di loro venivano vicino agli spalti, alzavano le braccia e aspettavano i nostri applausi e noi iniziavamo ad applaudire per condividere la gioia del loro successo.
(Giulia D.)
La partita ha trasmesso forte unità e rispetto sia all’interno della squadra sia verso l’avversario…..AMICIZIA E RISPETTO PRIMA DI TUTTO!!
(Camilla C.)
Io durante la partita ho fatto il segnapunti, poi abbiamo giocato con loro. È stata un’emozione bellissima e incredibile perché sono stati veramente bravi.
(Thomas C.)
Ho avuto l’onore di assistere alla partita di basket giocata da ragazzi “speciali” del CDD. Alcuni di loro li avevo già conosciuti perché in prima media eravamo andati nella loro sede per fare dei laboratori. Il numero 10 della squadra blu era il più attivo, perché è rimasto per tutto il tempo in campo impegnandosi molto.
Lo spettacolo è stato molto bello e particolare, perché non avevo mai assistito ad una partita di basket, ma soprattutto perché vedere persone che nonostante la disabilità fanno cose che molti di noi non riescono a fare è molto emozionante.
(Giulia P.)
Nell’ora di Ed. Fisica ho vissuto una bella esperienza vedendo la determinazione dei nostri ospiti che giocavano a basket. La cosa più bella è quello che ti trasmette: determinazione, amore e coraggio, perché se ce la fanno loro possiamo farcela tutti. Non vuol dire che se hai delle difficoltà non puoi fare nulla anzi puoi fare tutto basta volere.
(Stefan C.)
Conclusa la partita del torneo abbiamo formato delle squadre con i ragazzi per giocare con loro a basket: ogni gruppo era formato da due alunni della scuola e tre ragazzi “speciali”. Al termine di queste brevi partite, che hanno permesso la socializzazione tra gli uni e gli altri, ma anche di divertirsi insieme, ci siamo salutati e siamo tornati in classe lasciandoci alle spalle una bella esperienza da ricordare.
(Stefano F.)
Lo scopo di fare sport per tutte le persone è mantenersi in forma, stare con gli altri e fare nuove amicizie. Per me non contava tanto il risultato finale, ma far passare a tutti questi atleti una giornata indimenticabile, piena di affetto e calore per tutti senza alcuna distinzione.
(Anna A.)
Quando a fine manifestazione sono state formate squadre miste per giocare tutti insieme ho capito che siamo tutti uguali.
(Sofia B.)
Sugli spalti tifavo con entusiasmo la squadra blu, perché avevo avuto modo di conoscere alcuni di questi ragazzi durante il laboratorio Sportèintegrazione svolto lo scorso anno. Ho provato molte emozioni sugli spalti: felicità e commozione, perché giocavano con entusiasmo e con un impegno tali da essere più bravi di me, in particolare uno che ho paragonato a Michael Jordan per come giocava e per aver fatto un canestro quasi dalla metà campo. È stata una bellissima esperienza, perché ho giocato con delle parsone speciali che mettono tanto impegno in quello che fanno e trasmettono tanta voglia di vivere.
(Alessandro P.)
Osservando i ragazzi in campo ho capito un po’ di cose: che praticare sport è importante, ma devi impegnarti per divertirti e devi metterci l’anima per far vincere la squadra come è giusto che sia; che quando uno non ha voglia di andare agli allenamenti è una brutta cosa perché secondo me non ci tiene alla squadra.
(Davide B.)
Mi sono divertito più di quanto mi aspettassi, sia a tifare le squadre che a giocare insieme a loro una volta finita la partita. Assistendo alla manifestazione ho notato con stupore che questi atleti, pur con delle difficoltà, sono in grado di giocare anche meglio di molti di noi. Questo mi ha fatto riflettere.
(Matteo B.)
Non è stata una partita particolarmente piena di azione, ma i giocatori con la loro passione e la loro gentilezza sono riusciti a coinvolgere molti di noi. A me la partita è piaciuta molto, perché con la loro moralità e grinta mi hanno fatto capire che nello sport l’importante è partecipare.
(Sara A.)
Ciò che di questa esperienza mi ha colpito maggiormente è stata l’energia che questi ragazzi portano in campo e trasmettono agli altri seguendo una passione che li accomuna, quella per lo sport.
(Martina S.)
Mi sono divertito a vederli giocare, perché segnavano punti, giocando in modo corretto e anche meglio di me. Ho giocato anch’io con loro e mi sono sentito a mio agio, perché avevano sempre il sorriso sulla bocca; questo mi ha fatto capire che le difficoltà non sempre sono un ostacolo nella vita.
(Francesco M.)
Durante la partita abbiamo sostenuto le squadre con un tifo incalzante e per questo motivo i giocatori erano galvanizzati ed entusiasti. Per tutto il tempo si sono impegnati al massimo, con il sorriso sulla bocca e pronti a mettersi in gioco. Sicuramente è stata un’esperienza fantastica per tutti e personalmente l’ho vissuta come un momento di riflessione sulla mia vita: devo essere soddisfatta di quello che sono e di quello che ho.
(Martina R.)