“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario…”
…perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono essere nuovamente sedotte ed oscurate, anche le nostre” (Primo Levi)
Proprio a partire dal monito di Primo Levi, le classi quarte e quinte della scuola “A. Moro” hanno celebrato il 27 gennaio la Giornata della Memoria.
Lo hanno fatto attraverso la lettura di brani dei libri “I ragazzi nella Shoah” di Luciana Tedesco e “Fino a quando la mia stella brillerà” di Liliana Segre. Questi libri raccolgono sotto forma di racconti, lettere e testimonianze i fatti di quegli anni: dal 1938 quando Mussolini, per emulare Hitler, promulga le leggi razziali, al 1945, anno in cui l’Italia viene liberata dai tedeschi. I protagonisti sono sempre bambini e ragazzi ed è il loro punto di vista sulla guerra e le sue conseguenze, sulle barbarie perpetrate e le continue vessazioni subite, ad essere narrato.
I bambini delle quarte e della V C, inoltre, hanno realizzato un albero sull’esempio dell’albero della vita di Budapest, un salice piangente d’acciaio sulle cui foglie sono riportati i nomi di molti ebrei sterminati, e hanno scritto un personale pensiero sulla tragedia della Shoah.
Ed è ancora Liliana Segre, sopravvissuta alla prigionia nel campo di concentramento e nominata Senatrice a vita dal presidente della repubblica Sergio Matterella, attraverso un’intervista filmata, a portare agli studenti la propria testimonianza di bambina, che si chiedeva perché fosse stata espulsa dalla scuola e venisse trattata da diversa.
La conoscenza della storia, dei fatti narrati dai protagonisti, ha suscitato nei ragazzi numerosi interrogativi e dato origine a discussioni sull’importanza di ricordare, affinché gli errori non si ripetano.
Se riferita al nostro tempo, la conclusione scaturita è l’idea che la propria identità si costruisce in un rapporto positivo con l’altro. La diversità rappresenta una ricchezza, non una minaccia. Quindi non è con la paura, né con l’odio, né con il razzismo o l’indifferenza che si affrontano le complessità della nostra società, ma impegnandoci tutti a far sì che gli uomini nati uguali, lo siano per davvero (art. 3 Costituzione Italiana).