In Trentino con il CAI di Lissone
Farè – Le classi IIIA e IIIE sono tornate entusiaste dalla gita in Trentino.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il resoconto stilato dal sig. Valtorta, che insieme al sig. Meloni ci ha accompagnati in questa avventura con tanta passione. Un grazie sincero ad entrambi!
DUE GIORNI IN TRENTINO CON DUE CLASSI TERZE MEDIE DELLA SCUOLA FARE’: MUSEO DELLA SCIENZA, EREMO DI SAN ROMEDIO, CANYON DI RIO SASS, CAMPANA E SACRARIO DI ROVERETO, MUSEO STORICO ITALIANO DELLA GUERRA.
Giovedì 12 e Venerdì 13 le classi terze sezioni “A” e “E” (42 ragazzi/e) accompagnati dai loro insegnanti proff. Adele Cavalcoli, Domenico Marino, Barbara Sala, Maria Cristina Miano e Daniela Mincica con l’assistenza del CAI LISSONE, data da Giuseppe Valtorta e Rosario Meloni, si sono recate in Trentino per la consueta gita di formazione di due giornate.
Il programma intenso, pienamente condiviso da tutti i partecipanti, si è svolto con un tempo meteorologico favorevole, sfruttato nel modo migliore con il raggiungimento di tutti gli obiettivi proposti.
La comitiva, presente al MUSEO della Scienza di Trento (MUSE) all’orario di apertura, ha potuto ammirare la splendida architettura di Renzo Piano, magnifica struttura trasparente realizzata a fianco del Palazzo delle Albere, perfettamente integrata nell’ambiente che la circonda.
E’ stata una sorpresa per tutti trovarsi in un museo su più piani aperti ad una visione complessiva sia dal basso che dall’alto, rappresenta una montagna in cui ai vari piani si passa dalla preistoria alpina, alla geologia delle Dolomiti, la natura alpina, le alte vette, esplorazione e avventura: tutti proveranno ad accarezzare un’autentica lingua di ghiacciaio, lì posta attorniata da tipiche morfologie e immergersi nel tunnel che consente di “volare” sulle cime e i ghiacciai delle Alpi.
Ma il museo è immenso: i ragazzi si sono impegnati anche negli esperimenti di scienza interattiva, divertenti ma con contenuti scientifici anche complessi; al piano -1 c’è la storia della vita: dai dinosauri alla scoperta del DNA per concludersi in una serra tropicale che ricrea la suggestione delle foreste pluviali dell’Africa orientale. Il tempo trascorre veloce.
Nel primo pomeriggio di giovedì ci si trasferisce al Santuario di San Romedio, formato da ben sei cappelle sovrapposte collocate sulla rupe, là dove il Santo si ritirò in meditazione, si dice, accompagnato da un orso. La sorpresa per tutti è ancora la presenza dell’orso…, oggi di nome Bruno, che nella propria area al di sotto dell’eremo si fa ammirare dai visitatori. Si fa fatica ad arrivare in cima, ma da quella posizione si ammira uno splendido panorama, oltre che meditare sui miracoli del Patrono, illustrati da affreschi romanici duecenteschi.
A metà pomeriggio ci si trasferisce in Val di Non a Fondo, dove ci aspetta l’albergo per il pernottamento; in attesa della meritata cena, per mantenere in forma la compagnia altri quattro passi aiuteranno la digestione. Partiamo dal Mulino e risaliamo il torrente nella parte settentrionale del Canyon fino al Lago Smeraldo.
Di notte piove a dirotto… si spera in una buona giornata per l’indomani. Alla sveglia la montagna si riempie di nebbie che evolvono verso il sereno.
Dopo un’abbondante colazione tutti sono pronti per il percorso del Canyon di Rio Sass. Alla casetta delle guide ci muniamo di casco protettivo e mantellina impermeabile perché il profondo orrido che taglia in due Fondo, anche se c’è il sole, si percorre su passerelle e scalini fra cascate e scrosci d’acqua alla scoperta di acque vorticose, marmitte dei giganti, fossili, stalattiti e stalagmiti. Due ore di emozioni per uno spettacolo di incomparabile bellezza con un dislivello di 100 metri e 600 gradini. Fra luci e ombre si arriva alla diga di sbarramento di tronchi d’albero della fine del settecento, poi si ritorna a ripercorrerlo in salita vedendo prospettive diverse. La nostra guida Lorenzo, detto Asterix per capelli, barba, baffi e … statura, risponde e colloquia affabilmente con tutti.
A mezzogiorno si rientra soddisfatti per la simpatica e interessante escursione; breve merenda e poi in bus per Rovereto, dove ci aspetta la visita a “Maria Dolens”, la Campana della Pace che suona ad ogni tramonto a ricordo di tutti i caduti affinchè l’uomo trovi la via della pace; poi al sacrario dei Caduti di Castel Dante, avvenuto nel rispetto e silenzio per le migliaia di soldati che ivi riposano; successivamente si scende in città per concludere gli itinerari previsti con la visita al Museo Storico Italiano della Guerra, allestito in modo permanente nel possente quattrocentesco Castello dei Castelbarco, ottimamente conservato. I mezzi bellici esposti, le armi, le fotografie, i documenti, le uniformi, i manifesti, le ricostruzioni aiutano a comprendere la ferocia di una guerra che decimò la popolazione dell’Europa e fu solo l’anticamera ad un successivo più brutale evento bellico mondiale.
“Le riflessioni individuali e collettive che ci si è scambiati, ritengo siano state molto importanti per gli studenti, che nel prossimo giugno concluderanno il loro ciclo di istruzione inferiore” .
Con questo mio personale commento, ho invitato i ragazzi a far tesoro di questi due giorni di novità, scoperte e dello stare insieme, portando loro il saluto di CAI Lissone, che è sempre disponibile a dar un supporto ai programmi scolastici che s’incontrano con la realtà alpina.
Un sincero grazie a tutti gli insegnanti per la loro squisita collaborazione e a Rosario Meloni sempre disponibile.
Giuseppe Valtorta, past president
Lissone sabato 13 maggio 2017