#FridaysForFuture
Farè – Gli insegnanti e gli alunni della scuola Farè hanno voluto – nel loro piccolo – unirsi al movimento #FridaysForFuture che, venerdì 15 marzo 2019, ha promosso in tutto il mondo cortei e manifestazioni di piazza a favore di una maggiore attenzione al problema climatico.
L’idea del “Venerdì per il futuro” è nata a seguito della protesta iniziata dalla quindicenne svedese Greta Thunberg il 20 agosto 2018, quando la ragazza decise di non andare a scuola per presentarsi, tutti i giorni fino al 9 settembre (data delle elezioni nel suo Paese), di fronte al Parlamento per chiedere al governo svedese di prendere provvedimenti più decisi contro i cambiamenti climatici.
Dopo le elezioni, Greta ha ripreso a frequentare la scuola, mantenendo però il venerdì come giorno di “Sciopero scolastico per il clima” di fronte al Parlamento.
La sua protesta pian piano ha cominciato a suscitare l’interesse dei media, finché si è trasformata in una mobilitazione che ha coinvolto sempre più giovani in ogni parte del mondo.
Venerdì 15 marzo questo “Sciopero per il clima” ha coinvolto più di 2000 città in oltre 120 nazioni, di ogni continente.
Anche la nostra scuola, come dicevamo, ha partecipato alla manifestazione: durante la mattinata, ragazzi e docenti si sono trovati nel cortile della scuola per cantare insieme “Do it now”, la canzone divenuta ormai simbolo di quest’evento.
Il testo della canzone non era conosciuto da tutti, ma le parole correvano sulla melodia della famosa “Bella ciao”. Ragazzi e prof. si sono improvvisati in un coro forse un po’ sgangherato, ma con il grande desiderio nel cuore di lasciare il mondo un pochino migliore.
E’ stato anche letto un testo di Emilio Mola, che ha colpito molto i ragazzi. L’autore sottolinea come la Terra, in quanto pianeta, non ha certo “paura” del cambiamento climatico: ne ha già vissuti diversi ed altri ne vivrà. Il problema è nostro, degli uomini e delle donne che sulla Terra vivono:
“Chi invece non se la caverà saremo noi esseri umani. Per noi sì che il cambiamento climatico è una tragedia epocale per cui le giovani generazioni e i loro figli pagheranno e piangeranno lacrime amare.
No, non perché farà più caldo. Non c’è aria condizionata o ventilatore che non possa mitigare i gradi di troppo. Ma perché pochi gradi bastano a desertificare intere aree del pianeta, a lasciare quindi milioni di esseri umani senza acqua e cibo, a costringerli a emigrare, ad amplificare la povertà e la disperazione.
E allora scoppiano le guerre. Le tensioni. Altre migrazioni di massa a catena verso i paesi ricchi. E nuove tensioni. Nuovi attriti. E più caldo significa più energia in atmosfera, e quell’energia si trasferisce sulle alluvioni che diventano più abbondanti e improvvise, gli uragani più violenti e diffusi, le devastazioni più frequenti e più ampie.”
Un problema così ampio e importante non può certo risolversi in una giornata: la tematica sarà poi ripresa nelle classi, approfondita e trasformata in impegno concreto. Perché è giusto chiedere che i “grandi” facciano la loro parte, ma è anche importante che ciascuno, nel proprio quotidiano, adotti abitudini positive, virtuose, che contribuiscano a diminuire il nostro impatto ambientale.
Ecco gli impegni che, per esempio, si sono assunti i ragazzi di 2A: c’è chi starà attento a spegnere le luci quando si sposta da una stanza all’altra, chi chiuderà il rubinetto mentre s’insapona o lava i denti, chi utilizzerà una ciabatta col pulsante per spegnere anche lo stand-by degli elettrodomestici, chi spegnerà il cellulare durante la notte, chi comprerà una borraccia per sostituire le bottigliette di plastica dell’acqua.
E voi?
Forza, la sfida è lanciata!
Per approfondire: