Ultima modifica: 13 Aprile 2019
Istituto Comprensivo II “Rita Levi Montalcini” > La Convenzione dei diritti del fanciullo

La Convenzione dei diritti del fanciullo

Ciao! Siamo i ragazzi della classe IIA della scuola Farè. Vi presentiamo un lavoro che abbiamo realizzato quest’anno con l’aiutoPresentaz Convenzione IIA della nostra insegnante di Lettere, la prof.ssa Sala, e che abbiamo mostrato ai nostri genitori durante l’open day di dicembre e alla cittadinanza lissonese durante la “Rassegna Artistica” promossa dall’AIDO nel mese di maggio.

Durante il primo quadrimestre abbiamo letto insieme la Convenzione ONU sui diritti dei fanciulli, il trattato che elenca i diritti dei bambini e degli adolescenti da zero a 18 anni, senza alcuna distinzione di età, sesso, etnia, religione, ricchezza…

IMG505Dopo aver letto il testo della Convenzione, abbiamo voluto approfondirne alcuni articoli, cercando in internet delle testimonianze e sui quotidiani cronache che riguardassero bambini. Purtroppo abbiamo scoperto che non sempre tali diritti vengono rispettati, anzi… talvolta non sono nemmeno riconosciuti come tali!

Ciò nonostante la Convenzione sia, ad oggi, il trattato più sottoscritto al mondo: è stato firmato da 196 stati.

 Leggendo la Convenzione, abbiamo trovato anche alcuni diritti che ci sembravano scontati, come il diritto al gioco, il diritto alla salute, il diritto di vivere con i propri genitori e il diritto di incontrare altre persone. IMG516

Abbiamo però capito che questi diritti non sono per niente scontati per molti bambini nel mondo e così ci siamo accorti di quanto noi siamo fortunati.

Poi ci siamo chiesti cosa fare di fronte a tante situazioni drammatiche e abbiamo capito che il primo passo è la conoscenza: se conosci i tuoi diritti, puoi chiedere che siano rispettati; se conosci il destino di tanti bambini, puoi fare qualcosa per aiutarli.

IMG477Il secondo passo è combattere l’indifferenza: anche nelle situazioni di ogni giorno, bisogna stare dalla parte del più debole e sostenerlo.

Per condividere le nostre scoperte, abbiamo deciso di trasformare tutto il nostro lavoro prima in un cartellone, appeso a lungo nell’atrio della scuola, e quindi in una drammatizzazione, che ha colpito e coinvolto tutti coloro che l’hanno vista.