Ultima modifica: 9 Maggio 2024
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PROGETTO VOLONTARIATO CON LA CARITAS MARZO 2024

Nel mese di marzo le classi seconde della Farè sono state impegnate in un progetto di volontariato in collaborazione con la Caritas di Lissone, finalizzato a sensibilizzare le ragazze e i ragazzi alla dimensione della solidarietà, offrire loro uno sguardo sulle situazioni di necessità presenti nel nostro territorio, conoscere questa istituzione caritativa e impegnarsi in prima persona in un’iniziativa benefica. I ragazzi, dopo aver incontrato alcuni volontari della Caritas, hanno promosso tra le classi della Farè una raccolta di generi alimentari e prodotti per l’igiene della persona, provveduto a sistemare e imballare quanto raccolto e consegnarlo ai volontari. Ecco di seguito le riflessioni di alcuni di loro.

Il Progetto volontariato ci ha dato la possibilità di scoprire il mondo della Caritas, tramite l’importante lezione teorica dei volontari e grazie al “giro” nelle classi della nostra scuola, per raccogliere il cibo che i volontari avrebbero poi distribuito ai bisognosi. Questa bella attività si è conclusa con il compito di scrivere cosa abbiamo provato, cosa abbiamo imparato e le nostre riflessioni su quanto abbiamo appreso e vissuto in questo progetto.

COSA HO PROVATO

“Ho provato molta felicità, sia nel vedere quante persone sostengono la Caritas sia nel vedere quanti alunni nella nostra scuola hanno aiutato dei bisognosi”.

“Mi sono sentito molto felice quando smistavo il cibo, pensando a tutto quello che avrebbero ricevuto i bambini e a quanto sarebbero stati felici.”

“Ho provato felicità e tristezza: felicità nel vedere quanto cibo veniva donato e nell’immaginare tutte le persone che avevano partecipato alla raccolta e tristezza nel realizzare quante persone non riuscivano a sopravvivere da sole, non avendo cibo, vestiti o anche solo un tetto sotto cui vivere”.

COSA HO IMPARATO

“Ho imparato che la Caritas è principalmente un centro di ascolto: i volontari ascoltano le persone bisognose e le accompagnano nella ricerca di una soluzione ai loro problemi personali”.

“Prima non sapevo che la Caritas aiutasse così tanta gente e che l’alimento più donato fossero i cibi in scatola e, tra i prodotti per l’igiene personale, gli spazzolini da denti”

“Dai dati che ci hanno mostrato i volontari della Caritas si è visto che molte persone cercano aiuto.”

“Non si può fare tutto da soli ed è bello collaborare per creare qualcosa di molto più grande che possa aiutare tante altre persone.”

“Il cibo non va sprecato perché c’è gente meno fortunata di me che non ne ha proprio”

“Ho imparato a lavorare con gli altri e a dare più valore a quello che ho”

“Impegnarsi e fare piccoli sacrifici aiuta i bisognosi”

“Ho imparato ad accettare tutte le cose che ho”

“Donare cibo alle persone che ne hanno bisogno è importante e alla Caritas non solo donano cibo ma anche aiutano a trovare lavoro”

UNA RIFLESSIONE CHE HO FATTO

“Ho pensato che donare tutto quel cibo avrebbe fatto felici tante persone che hanno bisogno”.

“Io penso che al giorno d’oggi ci siano molte disuguaglianze: c’è chi vive nel lusso e chi non arriva a fine mese.”

“Penso che la Caritas sia un progetto pazzesco”

“Donare e aiutare il prossimo fa star bene e non bisogna pensare che se si fa un’azione bisogna per forza avere una ricompensa, ma invece se si vuole donare bisogna volerlo davvero e farlo con il cuore!”

“Una riflessione che ho fatto è che la Caritas dà cibo e vestiti alle persone bisognose; non sanno se le persone che arrivano hanno veramente bisogno di aiuto, ma le aiutano comunque.”

“Ho pensato di iscrivermi alla Caritas, di cercare di convincere gli altri a donare e di donare io stesso”

“Ho pensato che mentre noi ci divertivamo a smistare il cibo e impacchettarlo c’era gente che allo stesso tempo soffriva e noi siamo stati di grande aiuto”

“Una delle cose che ho pensato è che trovo molto bello che tante persone si interessino della salute o dei problemi personali (ricerca di abitazione, di lavoro, di cibo) di altre a loro sconosciute; la trovo una cosa fantastica e stupenda”.

La classe 2°D della scuola secondaria I grado E. Farè